La superlativa serie antologica di Shudder, Spettacolo inquientante , trova il suo fondamento dopo a inizio traballante della terza stagione con Familiar di Joe Lynch: un cortometraggio con un vero boss mostruoso e un carico emotivo sepolto nel suo sottotesto che onora il meglio della progressività EC dello show.
Per arrivarci, ahimè, un'altra terribile uscita con Scheletri nell'armadio, a Shrek per gli incel di genere che scambiano i riferimenti per un servizio di fan reverenziale ed estende l'appagamento del desiderio fantasy di possedere l'orb originale da fantasma all'avere una giovane ragazza sottomessa, promiscua e super sexy che si trova anche interessata all'armamentario horror, il che non è così improbabile in quanto potrebbe essere interessata anche a... beh, a te. Penso che sia inteso per divertimento, ma suona come il peggior tipo di ruffiano: pervertito e patetico in egual misura. Scritto da John Esposito e diretto da Greg Nicotero, ha un'aria di disperazione: un'atmosfera distinta di mancanza di pianificazione che parla di una folla a tarda notte fabbricata per riempire uno slot. Che ne dici di farne uno sui fanatici dell'horror e... uh... uno degli oggetti di scena prende vita...? Ma poi le domande sui diritti salgono in superficie: puoi davvero avere Michael Myers nel tuo spettacolo? Freddy? Capocchia di spillo? In effetti, più riferimenti nella cosa a cose del genere I Goonies e Star Trek non vengono etichettati.
Lumpen, il barbuto Lampini (Victor Rivera) possiede un museo di cimeli di film horror che ha ereditato da suo padre. Lo gestisce con la sua ragazza Danielle (Valerie Leblanc) che adora Lampini per la sua magia o qualcosa del genere – un fatto strano che apprendiamo dopo che Lampini offre un monologo imbarazzante su come sua madre fosse una dea che suo padre adorava dopo che i due si sono incontrati al Magic Castle in LA. Il dialogo è tutta questa poltiglia di schifezze incomprensibili e sconsiderate mescolate a riferimenti meno intelligenti di quanto si pensi alle pietre miliari del genere. Suo I Simpson Il sogno erotico del ragazzo dei fumetti. Eppure, nonostante tutto quel pisciare, tutto suona curiosamente poco ironico. Suo Quello SNL Schizzo di William Shatner tranne che invece di chiamare in causa i nerd per essere pericolosamente ossessionati dalla finzione, sembra riluttante a chiamare fuori come crede che sia in realtà il suo pubblico.
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